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      Altre cause probabili, non più congenite, ma acquisite: i reumi al capo, i dolori morali di cui uno, come vedremo, fu occasione al principio degli accessi etc. Anche i sintomi di questa predisposizione comincian presto a manifestarsi: la precoce impulsività e criminalità (sassaiole e coltellate con gli ebrei), la fuga a 14 anni da la casa paterna per futile disputa, la debolezza irritabile, le frequenti cefalee, e, sopra tutto, le fortissime emicranie oftalmiche (le quali, secondo osserva il Roncoroni, han grande somiglianza con gli accessi epilettici, e più tardi infatti costituiscono nel Guerrazzi i prodromi dell'aura), l'intolleranza all'alcool, l'umore lunatico, tetro, violento, l'ostinazione nelle proprie idee, la slealtà etc. Vertigini e assenze si manifestano pure in età molto giovane: ricordo quelle da cui fu colto nel Teatro anatomico di Pisa, che egli era solito frequentare, quando una fanciulla, che stavano operando, nello spasimo del dolore volse a caso un momento gli occhi verso lui; il deliquio in cui cadde alla notizia, datagli dalla madre, della morte di una sua compagna d'infanzia che dopo molti anni avea riveduta un'unica volta; le vertigini, seguite da un sussulto nervoso che durò parecchi mesi, che lo presero quando tra la folla vide un uomo che somigliava al cugino Pietro suicida. (Mondolfo).
      Forme più determinate di epilessia cominciano, al dir di lui, quando muore la donna da lui amata: alla notizia cade in deliquio, cui seguono vertigini; va a vederla, e quando la portan via, nuove vertigini e nuovo deliquio.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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