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      Divenne sotto la Comune direttore dell'ufficio della stampa, e poco dopo contrasse amicizia oscena col poeta Rimbaud, con cui si ubbriacava, rissava e vagabondava; e quando questi volle abbandonarlo, lo colpì con una palla al braccio: sicchè ben comprendesi com'egli cinicamente definisse nel romanzo Sodoma, la sua perversione sessuale come l'effetto di un'esaltazione intellettuale con intendimento classico, esagerato dalle disillusioni dell'amore. Incarcerato, passò d'un tratto alla religione più feticista(61): voleva confessarsi, comunicare, ogni momento, dettava versi mistici, interrotti ogni tanto da immagini ignobili e lubriche, come nel sonetto: A propos d'un saint. E la tendenza religiosa idillica continuò per poco in casa della madre, che era accorsa a ritirarlo dal carcere. Ma anche con questa non durò in armonia che per un mese, trascendendo poi perfino a vie di fatto; e ripresa la vita vagabonda, rimpiangeva come un paradiso perduto il carcere del Belgio, e perfino l'ospedale dove dopo d'allora veniva ogni tratto ricoverato un po' per reumi e un po' per paralisi alcooliche, molto per miseria non avendo altro soccorso che quello dell'editore Vannier, che male gli pagava i versi, e ch'egli colla sua mancanza di senso morale, male a sua volta ripagava(62), vendendo ad altri editori i manoscritti già cedutigli.
      Nè usciva dall'ospedale che per abbandonarsi ad una vilissima prostituta, con cui amoreggiava in gergo, e che assistè alla sua agonia ubbriacandosi con una compagna e derubandolo degli ultimi soldi stentatamente guadagnati come poeta mestierante.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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