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      Agilissimo, saliva sugli alberi più alti del giardino, ed era vanitosissimo della sua agilità. Nei momenti di eccitamento sembrava in preda alla febbre; tutto pieno di fuoco, incapace di star fermo, saltava, si dimenava, agitava a destra ed a sinistra le sue braccia di ragno; le parole uscivano dalla sua bocca a fiotti, disordinate; sempre furioso, sempre in attitudine, scrive il Tissot, di battersi, di predicare una crociata.
      Incontrato un amico che da gran tempo non avea veduto, si mise per la gioia col capo in basso ed i piedi in alto.
      Vero zoofilomaniaco ebbe amicissimi 13 cani, a molti dei quali elevò tombe: nè se ne privò anche quando versava nella massima miseria.
      Odiava (vere fobie), la barba, gli occhiali, i velluti, i merletti, e amava i vecchi vestiti che ricomprava dai servi (Kienz, Deutsche Revue, 1900).
      Soffrì spesso di cefalea: "I miei nervi", scrive, "sono sempre eccitati e stanchi, mai in riposo: il mio male è incurabile". Talora invece, ha periodi di euforia, e gode di un'ebbrezza eterea in confronto alla quale l'eccitazione del vino gli pare infinitamente grossolana.
      Uno dei suoi tratti caratteristici fu l'instabilità delle idee e della condotta, rivelata specialmente dalle sue opinioni politiche e dai suoi atti, come pure dai viaggi frequentissimi spesso fatti senza alcuna necessità. Caratteri dominanti erano pure il bisogno di esteriorità e l'imprevidenza per la ricerca dei mezzi di sussistenza.
      Andò soggetto a vere assenze, di cui una descritta in modo tipico dal Noufflard.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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