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      Della quale sua persuasione (di essere cioè profeta) io non starò qui a ridire ciò che già ho espresso nell'Uomo di genio. Balenatagli alla mente colla luce di un lampo un giorno in chiesa, non l'abbandona più: egli la proclama dal pergamo; la riafferma dopo che la tortura gli ha straziate le misere carni; la difende in due volumi che sono, evidentemente, per chi sa leggere, l'opera di un paranoico.
      Forse tale sarà stato giudicato da taluno anche a' suoi tempi, se egli più d'una volta nelle prediche protesta di non esser pazzo, e nel "Compendio di rivelazione" s'immagina che altri gli opponga e gli dica "che pare ad alcuno questo suo profetare proceda da spirito di malinconia, il quale ti fa pensare e parlare in questo modo o vero che proceda da tuoi sogni e forte immaginazione".
      Ed ora analizziamo la storia di queste visioni, come è da lui tracciata nel "Compendio di rivelatione dello inutile servo di Jesu(86) Christo, Frate Hieronimo da Ferrara".
      Essendochè (così comincia) lungo tempo in molti modi per inspirazione divina io abbia predetto molte cose future: nientemeno considerando la sentenzia del nostro salvatore Christo Jesu che dice: Nolite sanctos dare canis nec mittatis margaritas vestras ante porcos; ne forte conculcent eas pedibus, sono sempre stato scarso nel dire... servando sempre segreto il modo e la moltitudine delle visioni e molte altre rivelazioni, le quali non ho mai detto, non essendo io stato inspirato a dirle e non parendomi necessario alla salute, nè essendo ancora disposti gli uomini a crederle


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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