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      Alla sua emotività enorme corrisponde l'origine soggettiva ed emotiva dell'opera; alle crisi nervose e allo indebolimento della inibizione, l'elaborazione incosciente quasi sospinta da un impulso incoercibile: - alla ipertrofia dell'io, le induzioni grandiose, non arrestate da ostacoli logici o da presupposti scientifici; - alla tendenza mistica, ereditata dalla madre, il carattere religioso dell'opera.
     
      Leopardi. - Mentre le fiere polemiche degli avversari non sanno portare un solo argomento contro le prove della grave nevrosi di Leopardi, ecco i lavori poderosi di Sergi e di Patrizi accumularci una vera valanga di fatti che pienamente la riconfermano e completano.
      È curiosissimo, sopratutto, e da nessuno mai finora avvertito, il fatto ricordato dal Patrizi(90) che il Leopardi in quei giorni in cui dicevasi perseguitato dai suoi concittadini ne era invece onorato, certo come viventi non furono mai nel nostro paese, così fiero odiatore degli ingegni ed ammiratore dei mediocri.
      Nel 1882, una epigrafe stampata e pubblicata nel Teatro di Recanati, durante la rappresentazione d'un lavoro del padre, chiamavalo "padre famoso di celebre figlio"; eppure in una lettera di Giacomo del giugno 1821 al Origlienti, è scritto: Io sto qui deriso, sputacchiato, preso a calci da tutti, menando l'intera vita in una stanza, in maniera che, se ci penso, mi fa raccapricciare. E tuttavia mi avvezzo a ridere e ci riesco. E nessuno trionferà di me finchè non potrà spargermi per la campagna e divertirsi a far volare la mia cenere in aria.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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