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      Del sentimento marziale degli Italiani, poeticamente espresso negli inni patriottici -
     
      Chi discende da sangue latinoNacque, visse e guerriero morì! -
     
      rise, dicendo che "noi siam figli dei Romani come i vermi di un cavallo di battaglia morto da un mese a questa parte". E quando salì al governo gli parve di "recitare una tragedia d'Alfieri coi burattini". - E disse il Governo una fattoria da sfruttare. (Mondolfo o. c.)
      (59) Se quest'ultima affermazione sia vera non so. Vero è che l'abbondante capigliatura che si vede nel ritratto era null'altro che una parrucca parigina; ma d'altra parte al Viesseux, nel 43, scrive d'avere i capelli bianchi prima del tempo, e la malattia fu anteriore, essendo ancora in vita il padre (1838). Riferisco qui il passo delle Memorie al Mazzini, in cui si narra di questa malattia: Avuta la notizia "quello che avvenisse non so; mi ricordo soltanto essermi rinvenuto in banco di certi amici.... Mi levai e piuttosto fuggii che mi accomiatai; mi sentivo affatto diverso da quello di prima, parevami che dove appoggiavo il piede si sprofondasse la terra".... Andò a vederla: "non la custodiva persona; solo con sola tutto il giorno: le ficcai gli occhi nel volto e non li rimossi più. A che pensai? A nulla. Che feci? Nulla. Passò l'ora del cibo e non me ne accorsi, declinò il giorno e non me ne accorsi". Venne un uomo con la cassa: Qui cominciò di nuovo la sensazione del terreno che si sprofonda sotto i piedi, - ma quando presero con colpi raddoppiati a conficcare i chiodi, - io giuro che fisicamente sentii quei chiodi trapassarmi il cervello; mi venne meno il lume degli occhi, e svenni di nuovo.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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