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      CAPITOLO II.
     
      Cause note della varietà dei genî.
     
     
      Se non che, ripeto, notava giustamente il Sergi che la comune natura dei genî non ispiega affatto la ragione della loro varietà, come la composizione identica dei cristalli di calce non spiega perchè ciascuno cristallizzi in un sistema speciale: acqua e ghiaccio hanno pure la stessa formola molecolare; ma perchè l'una abbia aspetto d'acqua e l'altra di ghiaccio, ci vuole una condizione speciale, che è nota essere la termica.
      Ora, come può spiegarsi la varietà così diversa dei genî?; perchè l'un genio si specializza nel drizzone artistico e più propriamente della pittura, e l'altro diventa un genio storico, archeologico, ecc.? Qui è veramente il nuovo problema.
     
      Eredità. - Nè basta a spiegarlo l'eredità. Recentemente Möbius faceva notare la strana frequenza ed intensità dell'eredità nei matematici, riscontrata tra padre e figlio in 215 e in 35 con più figli: 17 volte tra padre, figlio e zio; 5 col nonno e con lo zio; 20 tra zio e nipote; 131 tra affini; in più di due fratelli 23 volte; 3 volte tra sorelle e fratelli(4).
      Ciò pare anche più diffusamente abbia luogo per la musica, forse perchè qui l'ambiente può agire più precocemente, poichè noi sappiamo, dagli studi del nostro Garbini sui bambini, che essi cominciano a 13 mesi ad avvertire le note cromatiche e nel 5° anno i suoni.
      Perosi ebbe non solo il padre e il nonno musicisti, ma anche l'avolo e il bisavolo, e crebbe in mezzo a un'atmosfera di musica e di religione come Mozart. Ed è nota la discendenza dei Bach, dei Mozart, dei Gabrielli, dei Palestrina e dei Bellini.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193

   





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