Pagina (12/193)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le specie attuali non sussistono che in grazia della loro astuzia, forza e velocità; le altre sono perite
      - diceva già Lucrezio -; e Plutarco, interrogato perchè i cavalli, che furono inseguiti dai lupi, fossero più rapidi degli altri, adduceva per ragione che essi soli erano sopravvissuti, essendo stati gli altri, più pigri, raggiunti e divorati.
      La legge d'attrazione di Newton era già intuita nelle opere del secolo decimosesto, specialmente di Kopernico e Keplero, e fu quasi tracciata da Hooke.
      E così dicasi pel magnetismo, per la chimica, per la stessa antropologia criminale, come dimostrava Antonini(8). Dunque non è la civiltà che sia causa dei genî e delle scoperte; ma essa ne determina l'evoluzione, o, meglio, l'accettazione. Quindi è probabile che genî siano comparsi in tutte le epoche, in tutti i paesi; ma come, grazie alla lotta per l'esistenza, una quantità di esseri nasce solo per soccombere, invendicata preda dei più forti, così moltissimi di quei genî, quando non trovarono l'epoca favorevole, restarono misconosciuti, o, peggio anzi, puniti.
      E se vi hanno civiltà che aiutano, ve ne hanno anche di quelle che danneggiano la produzione dei genî; per esempio in Italia, dove la civiltà è più antica e dove se ne rinnovarono parecchie, una più forte dell'altra; ivi, se la tempra del popolo è più aperta, in genere tutto il mondo colto è più restìo ad ogni novità ed innamorato e quasi incatenato nell'adorazione del vecchio, quindi nemico dei novatori, e li abbatte o reprime col disprezzo o col silenzio e coll'abbandono.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193

   





Lucrezio Plutarco Newton Kopernico Keplero Hooke Antonini Italia