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      CAPITOLO VII,
     
      Influenza della pubertà sulle conversioni e sulla criminalità.
     
      1. Conversioni. - Il fatto di maggiore importanza in questi casi è che appartengono tutti alla fanciullezza avanzata o all'incipiente pubertà.
      Ora, per comprendere questa prevalente influenza di una causa esterna, di una sensazione nel momento vicino alla pubertà (alle influenze esterne, alle forti sensazioni l'uomo è esposto in ogni altra epoca senza gran reazione), bisogna ricordare l'enorme importanza che per lo sviluppo mentale ha l'epoca pubere e la grande impressionabilità che ha allora l'uomo moderno alle cause esterne.
      In quel momento in cui le abitudini dell'infanzia svanendo, le nuove non sono ancora subentrate, l'uomo si ritrova in istato di crisalide, pronto a ricevere le nuove impressioni.
      È erroneo - dice Starbuck a proposito delle conversioni religiose - credere siano le abitudini infantili che determinino l'andazzo della vita: il bambino agisce inconsciamente, e fa quello che gli ordiniamo, dando così alla religione l'interpretazione arbitraria che noi gli forniamo.
      La crisi della conversione è negli uomini, spesso incoscienti, preceduta da un lungo periodo di dubbi, di angoscie, di lotte, che finisce, in un dato momento, sotto l'influsso di una parola, di un libro, di una predica, a cui segue un lungo periodo di gioia tumultuosa.
      Come il metallo chiuso in un solvente si rapprende e cristallizza secondo il sistema del cristallo che viene gittato nel solvente, così l'adolescente, in cui la vita pare sconnessa, cristallizza le sue idee secondo la più forte impressione che riceve in un dato momento


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Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193

   





Conversioni Starbuck