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      In seguito per tutta la vita dovette sempre ricorrere a codesto eccitamento.
      Ma costui era un degenerato e, probabilmente, un epilettico. Fin dalla fanciullezza aveva di quando in quando accessi di depressione profonda dell'animo con tendenza al suicidio e, talvolta, allucinazioni notturne terrifiche: l'affacciarsi al balcone gli causava vertigini e lo gettava in uno stato di ansia: era mancino, eccentrico, e di spirito debole(22).
      C..., d'anni 37, anch'esso di mente debole, con predisposizione gentilizia, plagiocefalo, vide a quindici anni un grembiale appeso; se lo legò intorno e vi si masturbò dietro un cespuglio: da quel tempo non poteva vedere grembiali senza ripetere quell'atto: e scorgendo qualcuno, uomo o donna non importava, adorno di grembiale, si sentiva spinto a corrergli dietro. Per toglierlo ai suoi furti infiniti di grembiali, a 16 anni, fu messo in marina; lì non v'erano grembiali e stette quieto; ma, rimpatriato a 19 anni, rubò nuovamente grembiali e venne più volte incarcerato; tentò allora liberarsi del suo fatale impulso, dimorando più anni in un convento di Trappisti; ma, uscitone, tornò da capo. In occasione di un nuovo furto, fu sottoposto a perizia medico-legale e ricoverato in un manicomio. Egli non aveva mai rubato altro che grembiali e l'inebbriava ancora di piacere la memoria del primo furto; nè altra cosa sognava se non grembiali; e sempre il solo rammentarglieli lo rendeva atto alla Venere(23).
      Un caso simile ebbi a osservare ed esporre nell'Uomo delinquente, vol.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193

   





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