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      Un altro, che aveva un feticismo erotico per le donne vestite da modella italiana, ricorda d'averne vista una di sfolgorante bellezza a sedici anni, nella prima accensione della pubertà.
      Molti di questi casi non si spiegano se non ammettendo che avvengano, nell'epoca pubere o poco prima, grazie alla degenerazione, lo spezzamento e l'arresto di uno o dell'altro dei varî periodi dell'atto sessuale e dei varî suoi stadi, per cui si passa dal semplice eccitamento erotico al completo godimento, sicchè quella prima causa di piacere che ciascuno di noi può provare per breve tempo, senza molto badarvi al vedere uno stivalino, per esempio, o un fermaglio di donna, si fissa, si eterna e si sostituisce in tutto o in parte alla serie completa degli atti della funzione ejaculatrice.
      In seguito alla maggiore intensità di piacere incontrata nei primi periodi (quando vi basta il toccamento, o il pensare, o il vedere una parte lontana della persona, o l'odorarne gli effluvi sessuali), il degenerato si ferma a questi periodi, ne ottiene gli interi godimenti e non passa più agli ultimi stadi, che a poco a poco vengono messi da parte come meno eccitanti, finchè si obliterano. Questo stadio si sostituisce dunque a tutto il procedimento erotico, tantochè, per esempio, l'innamorato del vestiario di modelle non ha più nemmeno bisogno di vedere la faccia della modella stessa; non occorre che le parli, non occorre che la tocchi: basta ne scorga da lontano le vesti.
      Ma il fatto più importante, in questi come nei genî, fu la concomitanza, l'azione della pubertà, grazie alla quale si è perpetuato per tutta la vita sessuale del degenerato il primo stadio dell'eccitamento sessuale, perpetuandone così i primi incidenti da sostituirli a tutti gli altri stadi che si succedono nel contenuto sessuale normale, precisamente come accadde dell'idea geniale fissata in un dato momento dell'età pubere.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193