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      Buccola(52) qui nota però che dipendono da un alto grado di energia dell'idea dominante, da una limitazione nei processi associativi e da una tensione quasi spasmodica dell'attenzione, e, più tardi, da quell'indebolimento della volontà, che si osserva negli epilettici e negli isterici. "Perchè - scrive - un'idea si fissi nella mente, impedendo il corso naturale delle associazioni e assorbendo per la sua energia tutta l'attenzione, bisogna supporre tutto un perturbamento di un gruppo cellulare dei centri psichici, la cui attività sia in uno stato di eccitamento eretistico, quasi convulsivo, e che può ripercuotersi nei centri sensori, provocando allucinazioni. Questo eccitamento, però, si circoscrive in quel gruppo, così da impedire la libera trasmissione delle energie psichiche, che concorrono alla genesi, all'associazione di altre idee; se l'attenzione è esagerata, la sua forza ìnibitrice è in preda ad uno spasmo tetanico, sicchè non obbedisce agli stimoli volontari; e, mentre si ha esagerazione dell'attenzione spontanea, diminuisce quella volontaria.
      Nelle idee emotive con azione coatta (come la rupofobìa, la claustrofobìa) all'idea fissa si aggiunge un senso di paura e angoscia, che aumenta l'azione inibitoria e in cui è maggiore l'eccitamento, mantenuto dalle sensazioni attuali, dalla vista degli oggetti temuti; dal che l'effetto dell'azione coatta; quando la tensione cerebrale è giunta al più alto grado, ha bisogno di scaricarsi su altri centri che sono i motori; malgrado qualche volta il malato abbia la coscienza dell'assurdità dei propri atti, non può opporvisi.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193