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      7. Odio e amore per la musica nel genio. - Se noi studiamo la bellissima monografia del Cuningham Moffet (Music, gennaio 1900), vediamo che la maggior parte dei grandi pensatori, specialmente storici, filosofi ed anche letterati, aveva un vero orrore per la musica.
      André Lang osservò che il maggior numero dei poeti e letterati odiava la musica. Johnson, Catterina II e V. Hugo la dicevano "il meno spiacevole dei rumori". Lang confessa che può sentire una cantata solo se le parole sono belle, ma non esiste per lui peggior musica della nuova: "È la sola arte che vi s'impone per forza, perchè non potete sfuggire i suoni come potreste sfuggire la pittura; il vantaggio unico per noi è che la musica cattiva non ci fa soffrire".
      Anche Grant odiò la musica; obbligato di sentirne a Parigi, considerò quell'ora come la più triste della sua vita.
      Napoleone preferiva la musica più stupida: Malboroug s'en va en guerre, e diceva che la musica gli tormentava i nervi; e così Napoleone III, Zola, Gambetta e Goncourt, che arricciavano il naso quando vedevano aprire il piano.
      Stook non conosceva altra musica che il God save the Queen; Macaulay, parlando di un pranzo a Corte: "La musica copriva la conversazione con i suoi accordi sonori, fra cui il canto: The combat", ed il nipote aggiungeva che "questo era il solo caso in cui abbia distinto un'aria da un'altra".
      Fontenelle disse che non comprendeva quattro cose: il mondo, le donne, la musica e i saltatori. Gauthier dichiarava che di tutti i rumori la musica era il peggiore.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte II (origine e natura geni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1902 pagine 193

   





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