Pagina (3/171)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      E mi si fa un appunto proprio di ciò, che io speravo fosse un vanto: dell'avere tentato di sfrondare la leggenda rosea che involge e confonde la storia di alcuni idoli nostri. Oh! che, risponderei, non ne abbiamo abbastanza delle favole che dobbiamo ufficialmente accettare, perchè ammesse per vere dai più, da dovere aggiungervi anche quelle che passarono per la mente d'un romanziero, o fra i delirî d'un popolo che inneggia ad eroi che prima adorava, poi calpestava e derideva, sempre senza comprenderli.
      A che servirebbero gli studi se dovessero tenere dietro e non precedere i portati della pubblica opinione? A che servirebbe una vita passata in mezzo a ricerche speciali, se non desse diritto a sorridere alle risa degl'ignoranti, e ad imporsi, senza spavalderia, ma senza esitanza, a coloro che, essendo colti negli altri rami, pretendono e nol sono nel vostro?
      L'allontanarsi dalla leggenda non è, del resto, già per sè, sempre un progresso? E non ci permette di spiegarci dei fatti che, finchè vagoleggiano in un mondo nebuloso ed incerto, potran destare negli uomini volgari stupore ed anche diletto, ma rimanendo pei savi un muto ed inutile enigma?
      Prendiamo, ad esempio, il Cola da Rienzi. Come, colla sua leggenda, connettere il suo principio colle replicate cadute, le sue vane imprese colle sue gigantesche proposte, ecc.? E, ammessa la leggenda, quali applicazioni utili se ne possono cavare di più che dalle epiche imprese di Orlando e di Rinaldo? Mentre, invece, seguendo solo i lumi della storia e rettificando la leggenda coi lumi della psichiatria, se ne spiccia un raggio che non solo rischiara una serie di fatti storici male compresi, ma ci aiuta a spiegare alcuni fatti che non ci sappiamo spiegare, malgrado si svolgano sotto i nostri occhi, come i trionfi di Lazzaretti e di Coccapieller: e ci fa intravvedere anzi una teoria sulla genesi di quei grandi avvenimenti storici che sono le rivoluzioni, cui molti anche non miopi ingegni derivavano così spesso da casuali incidenti, oppure lasciavano inesplicati, anzi (che è peggio) non presentendo che alcuno credesse necessario di trovarne la soluzione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Tre tribuni studiati da un alienista
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori
1887 pagine 171

   





Cola Rienzi Orlando Rinaldo Lazzaretti Coccapieller