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      Ma l'impronta della pazzia non è tanto nell'esagerazione delle loro idee, quanto appunto nella sproporzione in cui sono con sè medesimi; cosicchè a pochi passi da qualche raro concetto ben espresso ed anche sublime, si corre subito a uno più che mediocre ed ignobile, (come nelle ultime righe del citato frammento), paradossale, quasi sempre in contraddizione coi ricevuti dai più e colle condizioni loro e colla loro coltura; quello insomma, per cui Don Chisciotte invece di strapparti l'ammirazione ti fa sorridere: eppure le sue azioni, in un'altr'epoca, ed anzi in un altro uomo, sarebbero state ammirabili ed eroiche; e ad ogni modo in costoro i tratti di genio sono piuttosto l'eccezione che la regola. Nei più vi è piuttosto mancanza che esuberanza dell'estro: riempiono interi volumi, senza costrutto, senza sugo, come appunto fa coi suoi articoli il nuovo tribuno.
     
     
      CAPITOLO IV.
      Il terzo tribuno.
     
      Il terzo tribuno, o meglio, il nuovo mattoide che tentò in questi ultimi tempi tribuneggiare, colle armi moderne della stampa e del Parlamento, è, come il pubblico ha già sentenziato, Sbarbaro.
      La naturale pietà per un collega negli studi, e per un uomo vittima di troppe e, in apparenza, immeritate sventure, mi ritenne per molto tempo dal parlare come e quanto avrei voluto, di questi, che era uno dei classici tipi di quella psicopatia da me introdotta nel mondo scientifico. Ogni riserva, però, mi parve, in questi ultimi tempi, inutile, perchè il pubblico, perfino i magistrati, cosi riluttanti ad accordarsi cogli alienisti, avevano già da un pezzo adottato questa diagnosi, e perchè egli raggiunse, per quanto per vie dolorose e vergognose, quella notorietà che era tutto il suo sogno, e perchè, infine, qui la vera pietà era quella che mettendo a nudo il suo morbo, dava modo di curarlo, o almeno di scusarlo.


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Tre tribuni studiati da un alienista
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori
1887 pagine 171

   





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