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      Queste associazioni, anche in città piccolissime, sono più di una, fin cinque, dieci, e tutte di un partito, è vero, ma divise secondo i rioni ed i sobborghi; se il socio di una di queste ha una questione col socio di un'altra, per donna, denari, la questione si estende a tutto il gruppo; il reciproco appoggio conduce a considerare come socio chi, avendo ferito od ucciso per vendicare un punto d'onore, stia per cadere nelle mani della giustizia.
      Oppure, non avendo fiducia nell'autorità del Governo, le questioni si risolvono innanzi ai buoni fratelli, ai capi del gruppo, che accomodano la partita come Dio vuole: il più malvagio viene espulso dalla società, e tutto finisce lì. Le paci si ottengono col bere insieme, ma le bevute a loro volta dànno luogo a nuovi conflitti
      .
      Ma meglio ancora della Romagna, la Corsica ci porge un esempio di una criminalità inconscia, che vien dalla condizione sociale, storica, oltrechè dell'influenza storica di cui toccammo.
      La frequenza degli assassinii per vendetta, scrive Bournet(33), è nota dappertutto, ma pochi sanno quanto ne sieno meschine le cause: un cane ucciso da un Rocchini a un Tafani, fa undici vittime nelle due famiglie. Nel 1886 ci furono 135 attentati contro le persone, cioè 1 per 200 abitanti: quattro volte più del dipartimento della Senna. Dei 135 attentati, 52 furono commessi spontaneamente in seguito a discussioni o a risse. Impossibile far parlare un testimonio; a Palneca 60 persone avevano assistito ad un misfatto, tutte giurarono di non aver visto nulla


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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