Pagina (146/833)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Chi nun sa scrive' in oggi fa poino...
      Ma se sapevo scrive', 'r mi' Pasquale,
      Dove ci ho 'alli, c'era 'n pal di guanti.
      Belle mi' filme farse alle 'ambiale!
      Che scoti 'r capo? l'anno fatto tanti;
      Dunque vòr di' che 'un c'è nulla di male.
      (NERI TANFUCCIO, Sonetto, XCVIII, pag. 124).
     
      Versi questi due ultimi che ci dipingono come e perchè il male impunito diventa epidemico.
      Sono stato a scuola, scrive Passanante, nel mio paese nell'anno 1864 o 1865, frequentando la scuola elementare del municipio. In seguito ho letto la Bibbia che acquistai e poi perdetti, e qualche altro libro che per caso mi è riuscito aver tra le mani, sopra svariate materie
      .
      E aggiungerò come Caruso fosse solito a dire, che se avesse conosciuto l'alfabeto, avrebbe potuto conquistare il mondo; e come l'assassino Delpero a pie' del patibolo dichiarasse che causa della sua disgrazia fu l'istruzione, procuratagli dai parenti, che lo fece invanire e quindi preferir l'ozio al lavoro mal ricompensato.
      Gli è che, nota assai bene il Messedaglia, l'istruzione va considerata più come una forza che come una ragione morale, forza che indirizza più al bene che al male, ma che può altresì essere abusata, ed anche in alcuni casi tornare indifferente. Ed altra cosa è saper leggere e scrivere, altro il possedere il grado necessario di moralità
      . "Le cognizioni, dice assai bene il Seymour, il presidente delle Associazioni carcerarie d'America, sono una potenza, non una virtù, e possono servire al bene, ma anche al male". - Gli è, ripeterò io, in altre parole, che la semplice cognizione sensoria della forma delle lettere o del suono onde s'intitola un oggetto, e anche le nozioni dei grandi progressi tecnologici e scientifici, non accrescono di una linea il peculio della morale, e possono, alla lor volta, invece, essere un valido strumento del maleficio, creando nuovi crimini, che più facilmente possono sfuggire ai colpi della legge, rendendo più affilate e più micidiali le armi onde si servono i rei; per esempio, insegnando a servirsi delle ferrovie, come appresero nel 1845 per la prima volta a Tiebert; o del petrolio, come accadde a quei della Comune; o della dinamite, come or ora a Thomas; o del telegrafo e delle lettere in cifra, come usava il veneto Fangin, che con questo mezzo segnalava ai seguaci la corriera da svaligiare; e tutti i delinquenti, poi, addottrinando colla lettura dei processi, di cui sono avidissimi, sulle arti dei loro predecessori.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





Pasquale Sonetto Passanante Bibbia Caruso Delpero Messedaglia Seymour Associazioni America Tiebert Comune Thomas Fangin