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      contro l'Amministra-
      zione dello Stato 91,2 0,6 5,472 0,036 0,5
      Delitti di falso econtro il commercio 345,8 24,0 22,822 1,440 6,9
      Ozio, vagabondaggio,
      contravvenzioni 114,6 1,0 6,876 0,066 0,8
      Contro i costumi 251,0 15,6 17,6 1,16 5,16
      Aborti, infanticidi 10,8 51,6 0,618 3,086 476,8
      Assassini, omicidi 144,0 49,2 75,504 2,952 3,4
      Avvelenamenti 4,4 5,4 0,264 0,324 122,7
      Ferimenti 899,2 34,2 59,346 2,052 3,8
      Grassazioni 473,2 5,8 35,630 0,348 1,2
      Furti 910,8 60,8 60,060 4,012 6,6
      Truffe 22,8 1,4 1,368 0,084 6,3
      Ricettazioni 92,2 18,6 5,520 1,116 20,2
      Incendi 44,2 3,8 2,652 0,228 8,6
     
      Sappiamo già che la media della compartecipazione delle donne ai reati giudicati dalla Corte d'Assise è di 6 ogni 100 uomini.
      Nei seguenti reati la superano di assai:
     
      Ricettazioni 20,2
      Avvelenamenti 122,7
      Aborti, infanticidi 476,8
      Incendi 8,6
     
      Questi ultimi si possono ritenere dunque come delitti più proprii alla natura femminile (Roncoroni, o. c.).
      La scarsità dei delitti contro l'Amministrazione dello Stato si spiega facilmente considerando che, relativamente agli uomini, sono pochissime le donne.
      La minima partecipazione della donna alla grassazione, all'assassinio, omicidio e ferimento, si deve alla natura stessa della costituzione femminile: l'immaginare un assassinio, il prepararlo, l'attuarlo richiedono almeno in un gran numero di casi, non soltanto forza fisica, ma una certa forza e complicazione delle funzioni intellettuali, anzi più queste che quella.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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