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      Recentemente, quando il Borbone ritiravasi a Roma, il brigantaggio infierì negli Abruzzi; come quando esso erasi rintanato in Sicilia, nel 1806, infierì nelle Calabrie; e quando, sotto Murat, il mestiere del brigante era divenuto pericoloso, i Borboni sbarcarono nelle Calabrie i galeotti di Sicilia. Chi più rubava era il più ben accolto dal re. "Gli atti nefandi, scrive il Colletta, perdendo così la loro natura, e il delitto divenendo una sorgente d'industria, se ne infestò tutto il reame". Anche nell'alta Italia, molte erano le bande sorto sotto il dominio di Napoleone, in parte per causa delle leve.
      E ciò non parrà strano a chi sappia l'indole immorale della guerra.
      Non so quale stupida leggenda fa credere anche ai più o meno serii pensatori che la guerra sia moralizzatrice, e ve n'hanno molti che nel vedere la corrente di corruzione che va innalzandosi ogni giorno più, fino ad affogarci, invocano la guerra a suprema moralizzatrice come un uragano che spazzerà il sudiciume morale che ci inquina, ma essa appunto come l'uragano sarà ben facile che esso ci faccia del male, ma non è possibile che ci faccia del bene.
      Lo Spencer in quel bellissimo studio sulla Morale in cui tanti dei portati della nuova scuola sono intravveduti, mostra che i popoli bellicosi furono e sono i più immorali.
      I Carens (pag. 121), egli scrive, popolo in perpetuo antagonismo con tutte le altre tribù sono crudelissimi
      . Gli Afridi, altra razza Indou guerriera di cui si dice: "Un Afrido è di solito in lite coi nove decimi dei suoi parenti", ha mancanza assoluta di senso morale.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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