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      Abbiamo veduto come non è solo la statistica dell'omicidio che si centuplicava da una all'altra regione d'Italia: ma, quel ch'è più grave, la statistica delle assoluzioni ti fa vedere come lo stesso reato sia considerato in diverso modo nell'uno e nell'altro paese.
      L'unità della legge in questi casi pur troppo si possede ora, ma non vale certo a scemare i reati, nè le assoluzioni; non vale che a rendere irrita e irrisoria la legge.
      Se si fosse in quelle date regioni adattata la pena all'opinione pubblica, mitigandola pei reati da essa meno abborriti, certo ciò non sarebbe avvenuto; e dopo ciò vuolsi egli sperare un vantaggio quando si modificheranno le leggi per reati che non appaiono nemmeno tali davanti l'opinione dei più, come il duello, l'adulterio ecc.?
      Per unificare la legge, veramente, e non sulla carta, bisognerebbe livellare i costumi, la natalità, la sessualità, anzi livellare addirittura i climi, il suolo, le coltivazioni; se no, la legge inventata resta simile a quell'ukase che ordinava ai Polacchi il mutamento di lingua. Si potrà straziarlo, tormentarlo un popolo, ma non gli si potrà far cambiare la lingua, finchè non avrà cambiato di clima, d'aria, di laringe e di nervi, d'onde sorgono necessarie le modificazioni glottologiche: e quell'ukase resta solo una prova dell'inutile barbarie dei despoti e dell'ignoranza umana.
      Né ci si obbietti che altri paesi senza essere unificati hanno leggi uniformi. - Ciò, si è verissimo: e basti citare la Corsica con costumi e reati così differenti dalla Francia: ma appunto in questi casi la legge unificata vi resta, assolutamente, grazie al giurì, lettera morta(252).


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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