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      Il primo tentativo d'un Ospizio andava dunque fallito. Ma presentatosi più tardi in una sera piovosa un giovinetto a chiedere ricovero, egli, aiutato dalla madre, raccolse alcune teste di mattoni, ne fece quattro pilastrini in mezzo alla cucina, vi adagiò due o tre assi, vi sovrappose un pagliericcio con due lenzuola ed una coperta. Questo fu il primo letto e il primo dormitorio dell'Ospizio Salesiano, che contiene oggidì circa mille ricoverati, diviso in quaranta e più cameroni: più tardi Don Bosco affittò, poi adattandola, una tettoia prolungata a piano inclinato, sicchè da un lato aveva poco più di un metro di altezza, e una striscia di terreno vicino per la ricreazione, e qui ricoverò i primi giovanetti (1845).
      Negli stabilimenti di D. Bosco vengono ricoverati i giovinetti di ogni classe, compresi gli abbandonati, non i viziosi e condannati. Malgrado ciò, D. Bosco stesso riteneva che 1/15 dei suoi giovani fossero di indole cattiva. I Salesiani ritengono che il sistema della casa eserciti una benefica influenza anche su di essi; ed è possibile, ma non poterono fornirmene una prova diretta. Anzi mi dichiararono che respingono gli incorreggibili e così i corrigendi che raggiungano già i 14-15 anni e gli epilettici.
      L'età in cui sono ammessi gli interni è per le scuole a 9 anni, pei laboratori a 12; gli esterni non sono ammessi nei laboratori. Rimangono negl'istituti gli studenti fino al termine delle scuole; gli artigiani fino a 18 anni, ma possono rimanere di più, se non hanno trovato lavoro in altro modo, o se vogliono farsi Salesiani.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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