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      Presso ai giovinetti, castigo è quello che si fa servire per tale ed uno sguardo non amorevole produce maggior effetto che non farebbe uno schiaffo. L'allievo non resta avvilito per le mancanze commesse, come avviene quando esse vengono deferite al Superiore; non s'adira per la correzione fatta o pel castigo minacciatogli, perchè trova sempre una parola amichevole che lo persuade.
      Bisogna ricordare, per comprenderne i vantaggi, la grande mobilità del giovane, che in un momento dimentica le regole disciplinari e i castighi che quelle minacciano: perciò spesso un fanciullo si fa trasgressore di una regola e meritevole di una pena, alle quali nell'istante dell'azione punto non badava, ed avrebbe per certo diversamente operato, se una voce amica l'avesse ammonito
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      Oltre altre pratiche religiose, D. Bosco poneva particolare attenzione ai seguenti punti: "Il direttore non si assuma impegni che lo distraggano dal suo uffizio; i maestri e gli assistenti siano di moralità conosciuta; evitino le amicizie particolari cogli allievi. Si faccia in modo che gli allievi non siano mai soli. Si dia ampia facoltà dicorrere, saltare, schiamazzare a piacimento. La ginnastica, la musica vocale ed istrumentale, la declamazione, il teatrino, le passeggiate, sono mezzi efficacissimi per ottenere la disciplina, giovare alla moralità e alla sanità. Si badi soltanto che sia ben scelta la materia del trattenimento, ed oneste le persone che v'intervengono. La scelta d'un buon portinaio è un tesoro per una casa d'educazione.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





Superiore Bosco