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      Grazie. - Ma come se tutto ciò non bastasse ai nostri danni, vi si è aggiunto e applicato con profusione il diritto di grazia che non può concepirsi, riunito in un sol uomo, se non come una negazione di quella giustizia, dei cui portati uni ed eterni ed imprescrittibili van blaterando precisamente i nostri avversari.
      Questo diritto di grazia è profuso in tal modo da superare 100 e più volte quanto si fa nella vicina Francia (Relaz. del Minist. di grazia e giustizia, 1875).
      È un fatto che tutti gli anni si ha una media di 20 mila proposte per la grazia e che di queste almen 3000 sono esaudite(334). Come ciò può conciliarsi col fatto che ogni giorno più si mostra provato dalla scarsezza dei ravvedimenti? E chi non sa come perfino quelli che sortono dopo prove ben più serie che non siano quelle di pochi anni di carcere, vale a dice gli assoggettati al metodo graduatorio penale e fino all'individualizzante, hanno fatto pessima prova?
      Come? Si ardisce affermare che la giustizia è uguale per tutti, che essa è destinata ad equilibrare l'ordine giuridico turbato, che parte da norme fisse, incrollabili, libere da ogni personalità, quasi quasi emanazioni celesti, e poi tutto ciò si mette in non cale, di un tratto, tutto ciò distruggesi come un fastello di carte, mediante la firma, spesso involontaria, d'un uomo il quale sarà il più onesto del nostro paese, ma pure è un uomo. E pazienza fosse egli; ma chi non sa come egli, non vi può proprio nulla, e che tutto dipende da un ministro il quale può esservi tratto dalle teorie più balzane, e se fosse anche il più accorto degli uomini, deve porsi spesso al rimorchio uomini politici, e dei direttori delle carceri, i quali, non rispondendo quasi mai dei dannosi effetti dei loro giudizii, vi si lasciano trascinare, oltre che dalle simpatie personali, anche dall'osservazione sbagliata della maggiore docilità nella disciplina che è spesso in linea inversa del ravvedimento.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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