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      313); sicchè, come gli epilettici, spesso ci giovarono per darci l'ingrandimento delle tendenze impulsive, oscene e crudeli dei rei, perchè essi sono in genere o epilettici larvati, o delinquenti nati, su cui s'innestò la melancolia, la monomania, per quella naturale tendenza che hanno ad impiantarsi l'una insieme all'altra le forme psichiatriche sul guasto terriccio della degenerazione. Abbiamo veduto come l'isterico, l'alcoolista, il monomane omicida, il dipsomane, il piromane, il cleptomane, l'affetto da follia transitoria, riproducano molti dei caratteri dell'epilettico, e presentino come questo una esagerazione del pazzo morale. E perfino nel mattoide, che nella calma abituale, nell'assenza di caratteri degenerativi e di eredità tanto se ne dilunga, fa capolino qualche volta quella forma epilettica che abbiamo veduto costituire il vero nucleo del crimine (Vol. II).
      Rei per passione. - Quella sola serie di rei che costituisce una specie a parte, che anzi per le linee armoniche del corpo, per la bellezza dell'animo, per l'eccesso della sensibilità e dell'affettività, forma il contrasto più completo col reo-nato così come per la nobiltà della causa che ve la spinge quasi sempre d'amore o politica, pure anch'essa ha qualche punto che la riavvicina agli epilettici, come l'istantaneità e la frequente amnesia dell'atto, come la loro parentela con pazzi ed epilettici (vedi sopra, p. 226, II).
      Rei d'occasione. - Non v'ha che i rei d'occasione o meglio i pseudocriminali quelli cioè che non cercano l'occasione per delinquere ma ne sono quasi cercati, trascinati dalla folla p. es., o intricati per minimi incidenti - contravvenzioni - nelle maglie del codice, costrutte troppo spesso per tendere trappole agli onesti e spiragli ai disonesti, che sfuggano a ogni rapporto coll'atavismo e coll'epilessia, ma, come notava Garofalo, essi non dovrebbero chiamarsi veramente rei.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





Vol Garofalo