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      - Alcuni anni dopo un epilettico omicida, Mar..., rinnovò la triste impresa e per poco non pose in fuga tutto il corpo degli infermieri. - Un omicida, allucinato, così intelligente da poter scrivere, egli povero ciabattino ineducato, la propria biografia con istile degno d'un Cellini, si comportò per due anni bene; ma un giorno gli si rinvenne nascosta nel letto una barra di ferro, preparata per colpire gli infermieri: un altro giorno fattosi con dei pezzi di legno un passe-partout, dischiuse due usci, si calò da una finestra ed evase.
      Un altro, ladro e suicida, d'accordo con costui, riuscì ad evadere, rubando parecchie dozzine di lenzuola, e facendone abbruciare da un imbecille alcuni frammenti nelle stufe del manicomio, per fuorviarci sulla vera causa della loro scomparsa.
      È evidente come questa specie di malati perturbi l'andamento di un manicomio, aggravi le condizioni degli alienati più deboli, ed impedisca d'attuarvi in larga scala quella libertà che è prescritta dalle moderne dottrine.
      Di tutto ciò, però, poco avrebbero a soffrire quei fortunati che non mettono mai il piede in quei tristi recinti; ben peggio va la bisogna per tutta la società, in grazia dei molti pazzi inclini a mal fare, che (mancando una legge od un istituto apposito che li riguardi) passano i loro giorni in mezzo ad essa, sempre attendendo a' suoi danni, e senza che alcuno sospetti, pure da lontano, delle bieche loro intenzioni.
      Sono, in genere, monomani che sanno assai accortamente dissimulare il delirio, per modo che a mala pena ne sospetta la stessa famiglia; ovvero sono pazzi precocemente dimessi dai direttori dei manicomî, spesso per non incorrere in accuse di violata libertà personale; oppure sciagurati, che avendo commesso, in un primo delirio, azioni criminose, furono condannati, e scontata la immeritata pena, tornano in mezzo agli altri, più ammalati di prima, o, riconosciutasi la loro pazzia, furono prosciolti da ogni accusa e messi in libertà. Gli è che, constatata, anche, che siasi, in un accusato, l'alienazione come causa del reato, non ne segue che esso debba essere spedito ai manicomî, o quando ve lo sia, niuna legge impone che vi abbia ad essere ritenuto indefinitamente e sotto speciale responsabilità dei direttori: sicchè questi finiscono col dimetterlo, cedendo alla continuità della calma apparente, alle replicate richieste dei malati e delle illuse famiglie, non mai abbastanza persuase della realtà della propria sventura.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





Mar Cellini