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      Delitto politico. - Una delle applicazioni più curiose e insieme più pratiche è quella che dallo studio fisionomico e biologico del criminale politico assurgeva a trovar la differenza tra la vera rivoluzione, sempre utile e feconda, e la ribellione e le rivolte, sempre sterili e dannose(412) e così a fissar le basi del delitto politico vero che si erano sottratte finora agli sforzi di tutti i giuristi(413).
      È un fatto ormai stabilito, e di cui ho dato le prove nel Delitto politico, che i rivoluzionari, cioè gli iniziatori delle grandi evoluzioni scientifiche o politiche che provocano un vero progresso nell'umanità, sono quasi tutti dei genii o dei santi e hanno tutti una fisionomia bella, leale armonica: basta, per convincersene, ricordare le nobili fisionomie di Paoli, Fabrizi, Dandolo, Moro, Mazzini, Garibaldi, Gambetta, Marx, Lassalle, dei nichilisti e dei martiri cristiani. In generale, questi uomini hanno una fronte larga, una barba abbondante, un occhio dolce e grande: qualche volta si trova fra loro la mascella molto sviluppata, mai però ipertrofica; qualche volta anche il pallore del viso (Mazzini, Bruto, Cassio): ma quasi mai questi caratteri si trovano insieme nello stesso soggetto tanto da formare quello che io chiamo un tipo criminale (Atlante, Tav. LXII).
      Da uno studio, anzi, che io ho fatto su 320 dei nostri rivoluzionari italiani, quasi tutti maschi (vi eran 27 donne su 100 uomini), la proporzione del tipo criminale è emersa del 0,57%, cioè molto meno che non fra i normali, dove essa è del 2% (Vedi Vol.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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