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      Se tutta la creazione zoologica è un effetto di successivi perfezionamenti degli organi degli animali inferiori, se i molluschi a poco a poco si trasformarono in pesci e quindi in anfibj, rettili, uccelli, mammiferi, lasciando nella omologia degli organi, nella embriologia e teratologia del mammifero, e in qualche raro animale, intermediario, fossile o vivo (26), la traccia della commune origine antica, come può sottrarsi l'uomo soltanto a questa legge propria di tutti gli altri esseri? E d'altronde, quando ciò accadesse, la sua origine riescirebbe ancora più. inesplicabile. Non è assai più ardita e bizzarra la ipotesi che fa sorgere l'uomo tutto ad un tratto da una mota più o men consacrata, di quella che lo. deriva da una lieve trasformazione d'un animale, antropoide, capostipite, ad un tempo, della scimia e dell'uomo, facendo così rientrare la sua origine nella commune serie zoologica?
      Certo, anatomicamente parlando, sonvi grandi differenze tra l'uomo e le scimie; e il Bianconi, il Gaddi, il Canestrini (27) l'hanno poste, con mano maestra, in evidenza: così l'apparato masticatorio delle scimie, per la robustezza e sporgenza dei canini, per l'allargamento dei zigomi, per le creste ossee, cui si attaccano i muscoli della mascella inferiore, le avvicina più alle fiere che all'uomo; il pollice della scimia si divaria ben poco dall'asse della mano, e viceversa il suo piede si getta infuori (Fig. 26) e lontano dalle altre dita, perciò la non può stendere che il margine esterno del piede sul terreno, poggiando colle nocche delle dita e ritirando il pollice sotto alla pianta; di più, avendo il foro occipitale portato molto all'indietro, la sua testa per stare in bilico sulla schiena ha bisogno di un enorme legamento cervicale e di grandi apofisi spinose.


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L’uomo bianco e l’uomo di colore.
Letture su l'origine e la varietà delle razze umane
di Cesare Lombroso
Editore Fratelli Bocca
1892 pagine 251

   





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