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      Non parlo della gelosia, della suscettività alle offese, alle adulazioni, per cui fieramente si adontano se si credano derise o trascurate, caratteri communi all'uomo e ad altri animali (non è d'uopo esser misantropo per definire l'uomo un animale cattivo): ma vo' dire che la scimia irritata, se non possa soddisfare qualche suo capriccio, si rotola a terra come un fanciullo bizzoso, e si batte la fronte e il muso con le mani, cercando farsi dar ragione co'l destare compatimento; e, minacciata di un colpo, mette la mano innanzi come un uomo in pericolo; e per pregarvi, anche non addomesticata, vi sporge, supplichevole, le dita, e vi stringe al petto, baciandovi le mani, per mostrare che vi vuol bene; e vi ride, e vi tiene il broncio, ed aggrotta il sopraciglio, e vi batte co'l palmo, e poi fuge per provocarvi come un nostro monello; e, per dormire, esige che la prendiate in braccio, e non se ne stacca che in profondo sonno; e, appunto come un bimbo mal avvezzo, vi segue per chiedere le chicche, e vi tira per le falde perché non vi allontaniate, quando le piacia baloccarsi con voi.
      Un orango, scrive Franklin, provocava i ragazzi al giuoco, percotendoli co'l palmo; e quando si vedea rifiutare una cosa che molto desiderasse, un arancio ad esempio, dava in accessi che parevano di suicidio, si batteva furiosamente il capo, si rotolava per terra, nascondendosi nel fondo del bastimento, come avrebbe potuto fare un bimbo stizzito.
      Una macaca aveva partorito; si fecero entrare nella cella della puerpera alcune compagne: esse presero il neonato, lo abbracciarono, e se lo passarono per turno, coprendolo di carezze, e appressandolo dolcemente alla madre, come per congratularsene.


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L’uomo bianco e l’uomo di colore.
Letture su l'origine e la varietà delle razze umane
di Cesare Lombroso
Editore Fratelli Bocca
1892 pagine 251

   





Franklin