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      Un macaco, scrive Wallace, della stessa età del mio piccolo orango; mostrava più intelligenza, ma questo avea modi assai più somiglianti agli umani. Egli gridava come un bimbo; cacciava, curiosando, le mani dappertutto: se regalato di cose dolci, si leccava e addentrava le labra, e torceva gli occhi all'alto; se di cose amare, sputacchiava, sbuffava, e pestava i piedi proprio a mo' di fanciullo.
      (The Malay Arch. 1869).
      Gli antropoidi ci assomigliano anche nell'attrazione per il caffè, per il vino, per tutte quelle sostanze che furono dette dal Mantegazza alimenti nervosi, come quelle che sono esclusivamente predilette dall'uomo; e a loro provocano i medesimi effetti, sicchè si vedono, sotto l'ebrezza, tenersi il capo con le mani come loro dolesse, e rifiutare il cibo, e perdere la coscienza dei pericoli, fino a lasciarsi trarre prigionieri dagli astuti selvaggi. Il Rengger notò che e' vanno esposti anche alle nostre malatie, cataratte, apoplessie, meningiti, febri di dentizione, e che risentono gli stessi sintomi dai rimedj che loro si porgano. Umana è pure quella loro continua, irrequieta curiosità, e l'attrazione carnale per il bel sesso, e la preferenza che mostrano pe i bimbi negri, anche in confronto a quelli delle loro vere consorelle. "Un gibbone prediligeva un giovinetto papua a tutte le scimie del vascello; ed era bello vederli intrecciare le braccia fra loro, ed imboccarsi a vicenda, quasi a dimostrare l'affinità delle razze." (Franklin).
      Le scimie hanno commune, se non con noi, certo co'l negro, la continua mobilità di passioni e di muscoli, la gajezza interrotta da bruschi ma brevi accessi d'ira e dispetto, e la maggiore alacrità intellettuale nell'età infantile, e, se l'osservazione recente non è esaggerata, anche la nostra attitudine musicale, essendosi uditi dei gibboni percorrere tutte le sette note della scala tonale.


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L’uomo bianco e l’uomo di colore.
Letture su l'origine e la varietà delle razze umane
di Cesare Lombroso
Editore Fratelli Bocca
1892 pagine 251

   





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