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      Noi non ci accorgiamo, sulle prime, delle agglutinazioni cui andarono soggetti i nostri vocaboli, nè della loro impronta primitiva, automatica, onomatopeica (vedi pag. 61), interjettiva: perchè, al pari delle forme corporee, anche i linguaggi, prodotti naturali come sono, subirono l'azione del tempo, del clima, delle circostanze e dell'uso, si trasformarono, e perdettero il conio embrionale (54).
      Ma quando con la lente dell'analisi digrossiamo il conio usurato delle lingue, allora l'origine antica ripullula chiara ai nostri occhi. Chi ritrova sulle prime il fanciullesco automatico aba nell'oncle francese?: e pure l'oncle deriva da avunculus, e questo da avus; ed ecco apparirci chiara la radice automatica, fanciullesca, in av, aba, padre in siriaco. Niuno avverte l'onomatopeja e l'agglutinazione di ua-agere in vagire; e chi si ricorda l'agglutinazione di caparra da cape-arrham, di verdict da vere-dictum, di milord da my-lord?!
      Questa perdita di ricordanza delle significazioni primitive delle parole e della loro unione, diede, per un accidente, per una vera serie, anzi, di errori, favorita dalla eccellenza delle nostre facoltà intellettive, diede, dico, origine a tutte quelle complicatissime forme grammaticali, che non esistevano punto nei linguaggi nostri, come mancano tuttora negli australiani e nei linguaggi dei bimbi e degli idioti. Come noi, dopo aver pronunciato gli ahi!, l'Julio, dimentichiamo di aver usato l'articolo, e diciamo più tardi i lai, il Luglio, e così femmo del dindo (d'Indo), dell'al-corano, di Doria; così in origine noi dimenticammo il significato di certi aggettivi, di certi nomi che univamo ai verbi, ai nomi per indicarne la declinazione, il tempo, e finimmo per agglutinarli, per perderne ogni ricordanza, cangiandoli in terminazioni, flessioni; così, secondo Müller, nel Bengali, una lingua della famiglia delle sanscrite, dala che volea dir in Dravidiano folla, moltitudine, diventò una delle terminazioni del plurale; così ??? isc uomo in Ebreo, divenne, secondo Marzolo, il pronome maschile is dei latini e quindi la desinenza maschile dei nomi ed aggettivi nobilis, omnis ecc.


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L’uomo bianco e l’uomo di colore.
Letture su l'origine e la varietà delle razze umane
di Cesare Lombroso
Editore Fratelli Bocca
1892 pagine 251

   





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