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      Lo si soprannominava l'uomo uccello, perché aveva parecchie abitudini dei volatili; pipilava, saltellava con una gamba, e prima di porsi in moto, alzava a guisa di ali le due braccia, nascondendo sotto le ascelle la testa, e pipilando fortemente quando aveva timore o alla vista di persone nuove. Privo, pare, di tatto, di gusto e di odorato, spesso defecava negli stivali, e mangiava le feci. Null'altro se ne sa.
      Il cranio che ora vi descrivo è uno dei più piccoli anche fra i microcefali, offrendo la circonferenza dì 380 millim. e la capacità di 390 gr., meno dunque dell'orango e del gorilla (72). Ma l'anomalia è anche maggiore nella forma. Avendo una base relativamente larga, e la volta invece atrofizzata per appianamento da un lato della fronte, dall'altro dell'occipite, questo cranio presenta la figura di una grossolana piramide, col suo vertice corrispondente alla metà della sutura sagittale: è dunque oxicefalico. La fronte sfugge all'indietro in tal modo, che facendo partire una linea, la quale dal punto più saliente della fronte vada ad incontrarsi con altra proiettata dalla sutura fronto-zigomatica, si ha un angolo di 135°, mentre nell'europeo sarebbe di 160°. Enorme è lo sviluppo delle apofisi angolari dell'osso frontale, che presentano lo spessore di 22 millim., e quindi in una proiezione geometrica del piano superiore del cranio le si vedono rilevate, mentre non si scorgono in un uomo bianco ed a mala pena nel nero; facendo passare nella proiezione geometrica una linea verticale dal margine esterno zigomatico, questa andrebbe ad intaccare per 15 millim. il cervello, il che non accade se non negli antropomorfi.


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L’uomo bianco e l’uomo di colore.
Letture su l'origine e la varietà delle razze umane
di Cesare Lombroso
Editore Fratelli Bocca
1892 pagine 251