Pagina (179/251)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Avverte il freddo, non avverte molto i dolori delle parti interne del corpo, certo del palato, che noi trovammo affetto da difterite, senza che egli mai vi accusasse dolore; non è sordo, non ha perduto il gusto ne l'odorato. Pare riconosca la madre, che accarezza sbuffando e soffiando, e tentò baciare un fratello, che da otto mesi non ebbe a vedere; se si trova con ragazzini o con bestioline, cerca di far loro del male. Non si può dire affatto privo d'intelligenza; impara ad imitare gli esercizi militari e il ballo; capisce alcune parole di quelle più essenziali che alludono al cibo; osserva la nettezza del proprio corpo; ma è incapace di parola, e ha difficoltà anche ad esprimere con gesti i più intimi bisogni. Quando sia irritato schiattisce; ha una idea esatta della proprietà, e guai quando gli si porti via un abito o un berretto; sfugge la società dei suoi simili, tolta quella del microcefalo Robolino, con cui giuoca picchiandogli il capo col proprio, o serrandolo fra le braccia e battendogli le palme. Quando è solo pare che coi lazzi tenti di svegliare l'altrui attenzione, ma se qualcuno l'avvicina egli lo sfugge se forte, o lo minaccia se debole, e ritorna al suo prediletto cantuccio. Ama con furore l'unica musica, che la nostra povertà ci conceda, quella dell'organino. Non solo ricordò il fratello dopo molti mesi, ma riconobbe chi lo sottopose una sol volta ad esperimenti dolorosi, e cercò sfuggirlo in tutti i modi. Quando vede il cibo lo abbocca a guisa di coniglio, e si ritira coll'alimento nelle fauci negli angoli della stanza; spesso prima di mangiare porta l'alimento alle narici, sempre ve lo accompagna colle mani.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L’uomo bianco e l’uomo di colore.
Letture su l'origine e la varietà delle razze umane
di Cesare Lombroso
Editore Fratelli Bocca
1892 pagine 251

   





Robolino