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      Uomini piccolissimi, di metri 1,320 a 1,520, timidissimi, di un colore giallo sudicio, di zigomi sporgenti, gambe corte, peli disposti sul corpo e sugli arti; con arti sottili, mani e piedi piccoli e stretti; torace aperto in basso, piatto e compresso; ventre pendente e prominente; tibie ricurvate all'indietro; cranio perfettamente sferico; labbra molto allungate, che sembrano ancora più prominenti per il mento molto sfuggevole, e col bordo esterno delle labbra dritto e tagliente come nelle scimmie; naso lungo, un poco arcato, ma non prominente; capelli corti e crespi; barba poco abbondante.
      L'autore nostro, il Giglioli, nota come una gran parte di questi caratteri sieno speciali alle scimmie; e da questo maggiore pitecismo che si noterebbe in questa razza, viene a sospettare che là si potrebbe trovare un giorno l'anello tanto cercato tra l'uomo e la scimmia.
      Ora se si escluda l'agilità nel saltare e quel carattere delle labbra e del naso, tutti questi caratteri si rinvengono di sovente nei cretini, e in ispecie l'accorciamento delle gambe, che in un popolo non cavalcatore non mi par possibile sia un carattere fisiologico, mentre è caratteristico dei cretinosi; il prognatismo, la piccolezza degli arti, il mento sfuggente, la forma sferica del cranio, che in nessuna razza (e tanto meno nelle africane) si trova così esagerata come nel cretino, ed associata al prognatismo; il torace aperto in basso ed appianato; il pelo sparso per tutto il corpo.
      Hanno forse i viaggiatori preso (come non a molto accadde nei Pirenei, ed a specialisti, a proposito dei cagoti) un gruppo di cretini negri per una razza?


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L’uomo bianco e l’uomo di colore.
Letture su l'origine e la varietà delle razze umane
di Cesare Lombroso
Editore Fratelli Bocca
1892 pagine 251

   





Giglioli Pirenei