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      La donna sarebbe quella cosa, che ci trovi dentro, sempre con rispetto parlando, ideali più o meno infranti, soli dell'avvenire, raggi di luna, tacchi di scarpa, zucchero e vainiglia, pezzi di Fogazzari e canzonette napoletane.
      Si te la dovessi definire bene, ti arissumerei in una parola sola: Piàntela, figlio mio.
      Ma siccome tanto tu non la pianteresti, passiamoci sopra. Vedi che parlo come un amico.
      L'esperienza, in questo caso, ti pole servire fino a un certo punto, comechè quando l'omo è arivato ad avere una bella esperienza con le donne, è il momento che piglia moglie.
      E allora era meglio, che con l'esperienza ce si faceva un paio di fondelli per i calzoni.
      La donna si distingue dall'omo, prima di tutto perchè ci ha i capelli lunghi, poi per via dei vestiti, i quali ci hanno questo particolare: che il conto della sarta lo paga il marito, poi perchè ha sempre raggione lei.
      Le donne si dividono in sei categorie: cattive, cusì cusì, oneste, disoneste, minorenni e nevrasteniche.
      Se ti dovessi dire: scegli; ti direi: comprati mezzo sigaro e tira via.
      Ma nun ti dico scegli, per cui è lo stesso.
      E doppo che hai detto tutte queste cose, si ti avvicini e ci dici mezza parola, lei casca da le nuvole, comechè la donna si arregola sempre come se stasse preparando il proprio materiale di difesa, dimodochè si agguantavano Putifarre quando levò il mantello a Giuseppe, ci scommetto che già ci aveva pronto l'ago e il filo per far vedere che ci voleva attaccare un bottone.
      Col quale sono persuvaso che doppo tutto questo, tu piglierai moglie lo stesso: me ne accorgo dal modo come ti gratti la testa.


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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna
pagine 188

   





Fogazzari Piàntela Putifarre Giuseppe