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      Perchè a un certo punto rivassi tu, o vilissimo scopista, e mi dicessi: Passa all'ufficio difunti!
      Ah!... figlio di sei o sette danesi e d'una cooperativa di gatte arrabbiate, è per questo che abbiamo preso quel colle che sai tu, e ci abbiamo piantato quel vissillo che non ignori? È per questo che abbiamo conquistato le libbere stituzzioni, il caro viveri, la fede inconcussa, la lupa, la tassa di famiglia e il ponte del Risorgimento tutto di cemento armato?
      E la cuscienza, dove ce l'hai?... Quando ti bevi mezzo litro su le rovine de la patria, nun senti come un chiodo ne la panza che dice: ti possa diventare tutto acido fenico?... Con che coraggio passerai per i viali del Pincio dove ci sono l'ommini illustri, che hanno servito la suddetta patria?... Nun ti parerà che ti dicheno: Hai raggione che siamo senza braccia e senza gambe si no sentivi che scadenza?!?!?!?
      E quando passerai per le strade piene di mondezza, nun ti parerà che i torzi di broccolo ti guardino con aria mesta e che ti dicheno: Ingrato, perchè ci abbandonasti accusì?... Nun ti parerà che le cocce di cocommero grondino di sangue, oserei dire, piuttosto invendicato?...
      E dopo tutto questo, vòi puro la mancia di ferragosto?...
      Per conto mio ti faccio consapere che io ho scritturato il cane dell'oste, al cantone, col quale tutte le mattine ci arroto i denti con la raspa, poi lo attacco per la coda al sole, ce lo tengo dieci minuti, ci do da mangiare un osso tirato a pulimento e ci leggo un pezzo di polemica sul monopolio.


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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna
pagine 188

   





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