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      Primo: Il felino domestico.
      Secondo: La tartaruga del Sor Filippo, che sta per casa da tanto tempo.
      Terzo: Il riccio addetto alla distruzzione dei bagherozzi famigliari.
      Quarto: Il canario mio.
      Quinto: Il passero di Terresina, soprannominato Scianteclèr.
      Sul passero ci fu una lunga discussione con Terresina, perchè diceva: Toccatemi tutto, ma non mi toccate quell'animaletto lì.
      E quando ci dicevo: Ma nun vedi che io ti sagrifico il mio con ciglio asciutto?...
      Lei ebbe il curaggio di arispondermi che c'era una bella differenza perchè quello era un ex canario che nun cantava più nemmeno si lo trucidavi.
      E ora di che camperemo?... Mi metterò a fare il miccagliolo?...
      Nun ci ho vocazzione!... Mi metterò a fare la cocotta?... Mi amanca, diremo accusì, l'iniziativa. Farò con rispetto parlando, il nevutralista?...
     
      Ci ribbatto sul medesimo.
     
      Dia retta a me, facciamo, come sol dirsi, una campagna e ribbelliamoci un po' come Dio commanda.
      Un tempo de l'affare de la spesa era cosa che se la spicciava Terresina da sè, adesso abbisogna ariunire il consiglio di famiglia, comechè con questo caro dei viveri siamo rivati al punto che si pagherà qualche bagliocco puro per fermarsi davanti la vetrina del fornaro.
      Col quale lei vede che i generi che prima erano di prima necessità adesso diventeranno ghiottonerie e finirà che io ti dirò al pupo: Si sei bono o prendi dieci a scola ti comprerò una grosta di pane guasi senza muffa, oppure ti porterò a vedere i broccoli al mercato, che oggi c'è entrata libbera e nun si paga gnente!


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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna
pagine 188

   





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