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      Abbasta, credevamio, egreggio signore, di aver tranguggiato tutto il calice, quand'ecco che ti viene fore un'altra che diceva: Che bel lorgnone che ci ha la barona!
      E qui ci cadde il somiero o l'asino, come dice la plebbe, perchè Terresina ci si arisollevò tutto il Fogazzari che ci aveva, con rispetto parlando, su lo stomico, te si alza, ti agguanta il pupo, e se ne sortissimo in mesto e ben ordinato corteo, laddovechè poi me ti dovetti sciroppare ben due ore di ideale infranto con contorno d'omo plebbeo e pianticella che intristisce nell'ombra, robba che si ci aripenzo, non fo per dire, mi viene il mal di mare.
      E nun abbasta. Adesso il pupo me ti si è mezzo imbirbito, raggione per cui te l'hanno agguantato che insegnava la macicce a la figlia del portiere, il quale è narchico e dice che è fenito il tempo indove i figli de la borghesia ti corrompevano la plebbe, e è venuto su strillando certe cose, che puro il gatto di casa è rimasto scandalizzato.
      Adesso, me ti dica lei indove un padre che sia puro di famiglia, ti può trasportare i suoi, quando crede di darsi questo sollazzo.
      Vai per entrare al cinematogrifo e ti trovi davanti il lorgnone de la barona: vai per andare al teatro, certi prezzi che levati; vai per andare a la Nave, e mi dicheno che puro lì c'è il pezzo di cion-kina-cion con le ballerine che fanno le mosse, eppoi, va bene che Basigliola era quello che era, ma pure quell'altri ci dicono certe parole, che nemmeno al vicolo del Micio, o Domizzio che dir si voglia.
      Per cui ti succede che prima quando c'era uno spettacolo boglia era un'eccezzione, e adesso siamo aridotti che ci hai due bagliocchi di pupo e un cinichetto di consorte intemerata, è come si puzzassi, con rispetto parlando, di acido fenico.


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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna
pagine 188

   





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