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      Però lei era una signora caritatevole e ci aveva le piccole conomie per le opere di beneficenza, raggione per cui si il pupo gli sfasciava una cosa diceva: Oronzo, siete stato voi, e a me mi toccava di aripagarla e mandar giù la pirola.
      Tuttavia ci sarei arimasto per un pezzo di più. Il monsignore mi aveva preso a benvolere e diceva sempre che rassomigliavo a un cane barbone che ci aveva avuto da ragazzo e che ci voleva molto bene, ma a un certo punto avvenne un fatto che mi aribellai.
      Nell'occasione di una festa per un parente che rivava da fori, essendoci poco personale in casa, me ti volevano far fare da grumme, e quello che è peggio da grumme nero. Averei abbozzato per la manzione, ma quando mi dissero che dovevo farmi nero, diventai bianco come un panno lavato e dissi no; per via che toccami da per tutto che abbozzo, ma lasciami stare il decoro!
      Aggiungeteci che la mattina, mentre tanto per ingannare il tempo, ariordinavo la cammera de la signora, che dormiveno separati, ti ci trovai una calzetta di monsignore e la pippa del cocchiere, per cui una parola è poco, ma due mi pare un po' troppo, e tre, ti diventa addirittura un discorso.
      Allora presi il coraggio a due mani, portai la pippa e la calzetta a la signora e ci dissi: Favorisca liquidarmi, come sol dirsi, il mio avere, comechè lei mi insegna che l'africano non lo voglio fare e tanto meno qualche cosa di peggio, perchè oggi o domani, tanto ci potrebbe venire voglia di farmi fare il turco, la scimmia o l'osso di persica, quanto ci potrei trovare in cammara il bancone del pizzicagliolo.


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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna
pagine 188

   





Oronzo Favorisca