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      Un certo panciante per l'arte ce l'ho avuto sempre, e ci assicuro che si invece di inficcarmi ne la burocrazzia acchiappavo le tavole del palcoscenico, qualche cosa di grosso succedeva.
      In sostanza, ci dico che fenii col prenderci parte e quando quel boglia di Valmore ci imbrigna per la fucilazzione di quei due disgrazziati, mi veniva voglia di dirci: Vieni giù in platea che me ti aripasso io!...
      Abbasta, il fatto è che Terresina, la quale ancora era ragazza, ci faceva la parte di Sofia e quando riva il punto che lui se ne vole andare e ti strilla: "Si il cielo, l'inferno e l'altre boglierie mi fanno malloppo, io ci ammollo una zeccata e ti passo oltre come una palla!", lei ci si agguantava addosso e ci diceva: "Arimirami queste due creature che ci ho davanti, fallo per loro!", io mi sentii un nonsochè che mi veniva su e poi riandava giù, e fenì che mi soffiai il naso come si ci avessi avuto dentro un nimmico personale.
     
      Abbasta, fenita la rappresentazzione, si incominciarono i soliti quattro salti, e un amico mi presentò a la protagonista.
      Adesso sono passati molti anni e un po' per questo, un po' fra il debbito del signor Bonaventura e le disillusione, la povesia se n'è andata, ma ci assicuro che quando mi ci avvicinai e ci dissi: "Signorina, mi accorda un valzere?" mi parve di sentire una voce che diceva: Questo valzere leghetelo al collo, perchè te lo ricorderai fino che campi.
      Abbasta, non fo per dire, adesso che queste cose nun ce si penza più, ma allora ti facevo un valzere saltato con certi molleggi che, me li saluta lei?


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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna
pagine 188

   





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