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      Di prima botta capii che si metteva bene, e quando fummo al portone lei mi fece:
      Nun vede, signor Oronzo, si che bella luna?... A che cosa ci fa pensare a lei?...
      .
      Mi fa pensare, ci arisposi io con un filo di voce, che si lei mi dicesse di sì, mi parerebbe di toccarla, salvando il dovuto arispetto, con un dito
      .
     
      Fu allora che a la madre ci cascò l'ombrellino e arimanessimo soli, per cui quando l'ombrellino fu raccolto me ci feci davanti e ci dissi: "Signora, mi accorderebbe, esempligrazzia, la mano di sua figlia?...". E lei arispose: "Abbasta che sia contento il sor Filippo".
      Fu così che ci entrai in casa.
      Il sor Filippo era un amico di casa per cui, come diceva la madre, aveva veduto nascere Terresina e lì doppo la morte del padre, che era maestro di casa del principe Mazzetti, ci era seguitato a andare come ci andava prima. Siccome era una persona per bene, impiegato a la Minerva e ci aveva qualche cosetta fori, accusì era una specie di appoggio morale e loro si consigliaveno sempre con lui.
      La prima sera che ci andetti in casa ci trovai puro lui e facessimo una piccola aribbotta. La madre che era la signora Concetta, mi fece vedere i capelli del defunto, che ci aveveno aricamato un quadro con un salice piangente, e poi un tappeto di scatolette di cerini, col merletto di stama indovechè dice che Terresina ci aveva le mani d'oro e il sor Filippo puro diceva di sì.
      Al sor Filippo ci feci una bella impressione e disse che per Terresina ero proprio il marito che ci voleva.
      Anzi, un giorno facessimo una passeggiata io e lui, che si vede che la madre era d'accordo, e accusì una parola tira l'altra, mi domandò quanto pigliavo, si ci avevo qualche follia, come sol dirsi, di gioventù e mi fece: Abbasta, dice, io sono omo di mondo, conosco la vita e sono stato nella pulitica tant'è vero che ci curse un pelo che non mi presentassero a Bettino Ricasoli, perciò l'ommini li conosco a volo, e spero che lei la farà felice; in ogni caso eccoci un amico come ce ne sono pochi.


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Come ti erudisco il pupo
Conferenza paterno-filosofica ad uso dell'infanzia e degli adulti
di Luigi Lucatelli
Edizioni Cappelli Bologna
pagine 188

   





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