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      Rigettato questo sospetto, e stabilito che Peregrino non fu altro che Peregrino, si cerca di sapere se fu veramente un tristo, o se ei fu calunniato. Di lui parlano A. Gellio, Atenagora, Tertulliano, Ammiano Marcellino: i pagani ne dicono gran male, i cristiani gran bene, e lo annoverano tra i martiri. Senza entrare molto in questa discussione, che forse è inutile; e considerando che lo zelo religioso, come ogni amore di parte, ci guasta il giudizio e ci fa credere buoni tutti quelli che sentono come noi, e malvagi tutti quelli che sentono diversamente da noi, possiamo dire che i pagani riguardavano in Peregrino le azioni della vita e lo vituperavano, i cristiani la sola fede e lo lodavano a cielo: ed in quest’opera noi troviamo che ei fu malvagio e cristiano, qualità che possono stare insieme benissimo, perchè la fede non ha che fare con la morale, ed oggi il mondo è pieno di malvagi cristiani. Ma nessuno degli scrittori sì pagani che cristiani, dice con tante particolarità: io con gli occhi miei l’ho veduto morire; però Luciano merita più fede, voglio dir solamente per la morte. Ora chi sceglie quel genere di morte, che non è nè savia nè cristiana; chi ha il soprannome di Proteo, perchè mutossi in mille guise; chi da vecchio muore a quel modo, fa credere ragionevolmente che ei visse da giovane assai male, e che veramente fu un ribaldo ed un impostore. Luciano non biasima Peregrino perchè fu cristiano, ma perchè fu un malvagio, perchè fu un impostore anche tra i cristiani. Bisogna adunque distinguere e separare Peregrino dai cristiani, e non confondere la causa d’un tristo con quella d’una religione.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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