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      Ma il pover uomo fece pietà; e presero a medicarlo di quella boria, ma senza asprezza, senza vietargli apertamente di vivere come voleva, in una libera città. Quando nei ginnasii e nei bagni egli era molesto pei tanti servi che urtavano ed impacciavano la gente, taluno sottovoce, fingendo di non voler essere inteso, come se non l’avesse con lui, gittava un motto: Teme che non l’uccidano mentre si lava. Oh, da tanto tempo sta in pace il bagno: che bisogna un esercito? Quegli udiva il motto, e si correggeva. Le vesti sfoggiate, e la porpora gliele fecero smettere, dando un po’ di baia cittadinesca a quei fiori che vi aveva dipinti di tanti colori: Oh! ecco già primavera! Donde vien questo pavone? Certo è la veste della mamma. E con cotali altre piacevolezze lo motteggiavano per le moltissime anella che portava, per la coltura della zazzera, per la rilassatezza del vivere: per modo che tosto egli si fu moderato, e se ne partì molto migliore che non era venuto, stato così corretto dal popolo. Per dimostrarmi poi come non si vergognano di confessare che ei son poveri, ricordava di una parola che egli udì dire da tutti gli spettatori nei giuochi delle Panatenee. Preso un cittadino e menato all’agonoteta, perchè assisteva allo spettacolo avendo indosso un mantello colorato, tutti gli spettatori n’ebbero pietà e pregavano per lui: e quando il banditore pubblicò che colui aveva trasgredito alle leggi essendo in quella veste allo spettacolo, gridarono ad una voce tutti, come se si fossero indettati, doverglisi perdonare, se era vestito così, perchè non aveva altro.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





Teme Panatenee