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      Indi a poco si messe un sereno mirabile, che dura anche oggi. Ora quale cosa credi tu sia maggiore e più difficile, tramutare in tanta serenità quel terribil turbine e quella gran procella, e ricondurre la tranquillità su tutta la terra, o trasformare l’aspetto d’una donna in un uccello? Anche i nostri fanciulli, che imparano a plasticare, quando pigliano in mano cera o creta, formano e trasformano facilmente la stessa massa in varie figure secondo i loro capricci. Ad un Dio che ha forze grandi e non punto comparabili alle nostre, tutte queste cose sono facili ed agevoli. Ma orsù, sapresti dirmi di quanto credi che tutto il cielo sia maggiore di te?
      Cherefonte. E chi tra gli uomini, o Socrate, potria conoscere questo, e risponderti? Non è cosa neppur da parlarne.
      Socrate. Ebbene, guardiamo un po’ tra uomo ed uomo alcune grandi disorbitanze di potenza e d’impotenza. L’età virile in paragone de’ bambini di cinque o dieci giorni, presenta una maravigliosa differenza di potenza e d’impotenza in quasi tutte le azioni della vita, per tutto ciò che si fa con le mani industriose, e ciò che si opera col corpo e con l’anima. Quello tenere creaturine non potrebbero giungere neppure a pensarlo. E la forza d’un solo uomo fatto è smisuratamente grande a petto alla loro: uno solo varrebbe più di migliaia e migliaia di essi: perchè in quell’età gli uomini sono per natura bisognosi di tutto e debolissimi. Essendo dunque tanta differenza tra uomo e uomo, immaginiamo un po’ quanto maggiore della nostra apparirebbe la potenza di tutto il cielo a chi giungesse a mirarla.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





Dio Socrate