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      Dunque così anche il pastore si lamenterà di avere la greggia, perchè è necessità che ne abbia cura. Questa fatica è una dolcezza; questo pensiero non è senza diletto, perchè ci dà un’occupazione. Che faremmo noi se non avessimo a pensare a nulla? Ce la passeremmo così in ozio a bere il nèttare, a riempirci d’ambrosia, senza far niente. Ma il maggior mio dispetto è che voi, i quali mi biasimate di aver formati gli uomini, e massimamente le donne, vi innamorate di esse, e non cessate di scender sulla terra divenendo ora tori, ora satiri e cigni, e non disdegnate di generar Dei con esse. Ma si doveva, forse dirai, formare gli uomini, sì, ma d’altra forma, e non simili a noi. E quale altro esempio migliore di questo io poteva propormi, e del quale io conosceva l’altissima bellezza? Conveniva forse che l’uomo fosse un animale stupido, feroce, e salvatico? E come avrebbe fatto sacrifizi agli Dei, e renduti altri onori a voi, se egli non fosse stato quale egli è? Eppure quando vi offrono le ecatombe, voi non le rifiutate, ancorchè doveste andare sino all’Oceano, agl’incolpabili Etiopi. E chi vi ha procacciati questi onori e questi sacrifici, voi l’avete messo in croce. Ma basti questo intorno agli uomini, passiamo ora a parlare del fuoco, a quel bruttissimo delitto che voi m’apponete.
      Deh, per gli Dei, non t’incresca di rispondermi: Avete perduto voi qualche parte del fuoco, dacchè l’hanno anche gli uomini? No, certamente: perchè tale è la natura di questa cosa, che la non diminuisce, se ne dai, chè fuoco accende fuoco, e non si spegne.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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