Pagina (371/494)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Caronte. E Creso dov’è?
      Mercurio. Riguarda lì, in quella gran fortezza di triplice muraglia, quella è Sardi: e ve’ Creso sdraiato sovra un letto d’oro, che ragiona con l’ateniese Solone. Vuoi udire che dicono?
      Caronte. Oh, sì.
      Creso. «O forestiero ateniese, tu hai veduto le ricchezze che io ho, e i tesori, e il vasellame d’oro, e tutte l’altre grandezze mie: or dimmi, chi credi tu che sia il più felice tra gli uomini?»
      Caronte. Che risponderà Solone?
      Mercurio. Non dubitare: risponderà nobilmente.
      Solone. «O Creso, ben pochi sono i felici; io, fra quanti ne so, stimo che furono felicissimi Cleobi e Bitone, i figliuoli della sacerdotessa d’Argo
      Mercurio. Parla di quei due giovani morti ultimamente, poi che si aggiogarono sotto il cocchio della madre, e la trassero sino al tempio.
      Creso. «Bene: abbiano questi la prima felicità: chi sarà secondo?»
      Solone. «Tello ateniese, che visse puro, e morì per la patria.»
      Creso. «Ed io, o insolente, io non ti sembro felice?»
      Solone. «Non lo so ancora, o Creso, se non giungi al fine della vita, perchè la sola morte ci può far giudicare se uno è vissuto felice sino al suo termine.»
      Caronte. Bravissimo, o Solone, che non ti se’ dimenticato di noi, e credi che solo presso alla mia barca si debba giudicare di questo. Ma quei messi, dove li manda Creso? e che portano su le spalle?
      Mercurio. Son mattoni d’oro che ei manda in dono ad Apollo Pitio, per certi oracoli che tra breve lo rovineranno: egli è pazzo degli oracoli.
      Caronte. Oh, quello è l’oro, che splende, che luccica, che ha quel color giallo ardente?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





Creso Sardi Creso Solone Solone Creso Cleobi Bitone Argo Creso Solone Creso Apollo Pitio