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      Forse perchè ti sciorinano una diceriuzza, si tengono di sapere una gran cosa? Ed un altro: Non l'hai veduto come trincava, e come pigliava e diluviava? Zoticone, morto di fame, neppure in sogno l'ha veduto tanto pan bianco, altro che gallina di Faraone o fagiano, di cui ci ha lasciato appena il catriosso. Ed un terzo: O sciocchi, non passeran cinque giorni e lo vedrete qui con noi lamentarsi anche così. Ora, come le scarpe nuove, è preferito, è riguardato: ma poi che sarà ben bene calpestato e pieno di fango, sarà gettato miseramente sotto il letto a riempirsi di cimici, come noi. E così levano i pezzi di te, e forse alcuni di loro già ti preparano una calunnia. Quel convito è fatto a posta per te, e quasi tutti i discorsi sopra di te: tu non avvezzo, avendo più del solito bevuto d'un vino schietto e razzente, senti muoverti il ventre, e stai male: levarti non è bello, rimanere è pericolo. Intanto continua il bere, s'appiccano discorsi sopra discorsi, compariscono spettacoli sopra spettacoli (chè tutte vuol mostrarti egli le sue grandezze), e tu sofferi un supplizio, non vedi ciò che si fa, non odi che canta e suona la cetra un assai pregiato garzoncello, ma approvi sì per necessità, e vorresti che un tremuoto subissasse ogni cosa, o si gridasse fuoco, fuoco, acciò finisse una volta il convito.
      Questa, o amico mio, è la prima e per te dolcissima cena; ma non per me, cui è più dolce mangiare una cipolla con candido sale quando voglio, e a piacer mio liberamente. Lascio stare gli acidi rutti che vengono dipoi, e il vomito la notte.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





Faraone