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      Bagna le labbra sì, non il palato:
      infine per vergogna ti rimetti a lui. Ei risponde che non dirà niente egli, ma impone ad uno degli amici presenti di mettersi in mezzo, e dire un tanto che non sia grave a lui che ha tante spese più necessarie, né vile a chi lo riceve. E quei, che è un vecchio della sua età, nato e cresciuto nell'adulazione, ti dice: Tra quanti sono nella città nostra tu puoi chiamarti felicissimo per avere questa fortuna, che molti agognano e non l’hanno, dico l’onore di essere in questa famiglia, ammesso alla stessa mensa, e ricevuto in una delle prime case dell'impero romano. Questo è altro che i talenti di Creso, e le ricchezze di Mida, se sai usarne con moderazione. Conoscendo io molti dei nobili che vorrebbero, anche spendendoci qualcosa, per sola gloria affiancare quest'uomo e farsi vedere intorno a lui per sembrargli amici e compagni, io non ho parole per dire quanto tu sei fortunato, che riceverai anche una mercede per giunta a questa felicità. Credo adunque, se non sei del tutto disorbitante, che ti basti...... E qui ti dice un tanto che è una miseria, massime verso quelle tue speranze. Ma conviene contentartene: sei dato nel laccio, e non puoi più fuggire: piglia dunque il freno, stringi i denti, e trotta: da prima senza strappate di morso, e senza spronate: a poco a poco ti avvezzerai alla mano. La gente di fuori comincia ad invidiarti, vedendo che a te non si tiene porta, ed entri ed esci, e sei degl'intimi; ma tu stesso non vedi la cagione perchè ti tengono beato: pure stai di buona voglia, e ti canzoni da te, e stimi che il meglio verrà dipoi.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





Creso Mida