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      E per tutte queste cagioni sei sempre giallo, e pare che ad ora ad ora te ne muori.
      E questo ti tocca in città: se poi si dee viaggiare non ti dico niente. Spesso, mentre piove, tu venendo l'ultimo (chè questo è il luogo tuo) aspetti per sino i giumenti: finchè non essendovi altra vettura, ti ficcano col cuoco o col parrucchiere della signora in una carretta, senza stendervi sotto neppur fieno bastante. E qui voglio contarti ciò che Tesmopoli lo stoico mi contò essere avvenuto a lui, cosa veramente ridicola, e che facilmente può essere avvenuta anche ad altri. Stava egli con una ricca signora, e delle più galanti della città. Una volta che dovettero fare un lungo viaggio, n'ebbe a patir delle belle, e la prima, dissemi, fu questa: che posero a sedere nella carrozza a fianco a lui filosofo un zanzero con le gambe dipelate e la barba rasa, che la signora si menava dietro per favore, come s'intende: ed egli ricordava anche il nome del zanzero, che chiamavasi Rondinella. Bella cosa! accanto ad un uomo grave, vecchio e bianco (e sai che lunga e venerabile barba aveva Tesmopoli) far sedere un imbellettato, dinoccolato, con gli occhi dipinti, la guardatura languiscente, altro che rondinella, ma avoltoio, spennacchiato le setole della barba. Ed ei diceva che se non l'avesse molto pregato, colui si sarebbe rimasto con la cuffia in capo; e che per tutto il viaggio gli diede infinite molestie, cantava, trillava, e, se egli non l’avesse tenuto, forse avria anche ballato nella carrozza. L'altra fu un comando della signora: la quale lo chiamò, e dissegli: «Deh, Tesmopoli mio, fammi un gran favore, e non dirmi di no, nè aspettare che te ne preghi un'altra volta.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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