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      Quegli, come era conveniente, rispose esser pronto a far tutto. Ed ella: La preghiera è questa: ho veduto che sei buono, attento, tenero di viscere, deh, prenditi nella carrozza la mia cagnoletta Mirrina, e tiemmila, e badale che non manchi di niente: la povera cuccia è gravida, e quasi sul partorire: e questi birboni e scorretti servi, non che di lei, non si danno pensiero neppur di me in viaggio. Pensa che tu mi farai un favore grande a tenermi la mia cara cuccia, che è l'occhio mio.» Il semplice di Tesmopoli, tanto ella pregò e quasi pianse, disse di sì. Era da ridere veder la cagnoletta nel mantello del filosofo sporgere il muso di sotto la barba, talvolta pisciare (questo non me lo disse Tesmopoli, ve') e baiucolare come fanno i botoli di Malta, e leccar la barba specialmente se v'era rimasto qualche po' di brodo del giorno innanzi. Il zanzero che gli sedeva a lato, ed a cui talora veniva il bel motto a tavola frizzando i commensali, quando lanciò il frizzo a Tesmopoli, disse: «Una cosa ho a dire di Tesmopoli, che di stoico ci è diventato cinico.» Ed io so ancora che la cagnolina partorì nel mantello di Tesmopoli. Con questi capricci, anzi con questi insulti trattano chi sta con loro, ed a poco a poco lo rendono mansueto all'ingiurie.
      Io ho conosciuto un retore di quei che mostrano i denti a tutti, che invitato a declamare in un convito, recitò una diceria non affatto rozza, ma di nerbo e ben fatta: lodavanlo tra i bicchieri, ed ei parlamentava non ad ampollina d'acqua, ma alle anfore del vino: e dicevasi che, per dugento dramme s'era piegato a questa braveria.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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