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      Ora se io pigliando il tuo personaggio rappresenterò bene la tua parte, voglio un bravo, e faremo un sacrifizio al dio dell’eloquenza: se no, v’aggiungerai tu quel che manca. Ecco adunque cambiata la scena: io debbo tacere, e sofferire il taglio ed il fuoco ancora se bisogna per la mia salute; tu applicare i rimedii, avendo il gammautte pronto e il cauterio acceso. Sicchè tu pigliando la tua parte, così mi dici, o Sabino.
      «Una volta, o amico mio, meritamente questo scritto ti acquistò fama, e quando fu recitato in una grande adunanza, come mi dissero quelli che l’ascoltarono, e presso i dotti che privatamente vollero considerarlo e tenerlo tra mani. Chè l’artificio del discorso è non dispregevole, molte descrizioni, perizia dell’argomento, ogni cosa detta chiaramente, ed il pregio maggiore è che le cose sono utili a tutti, massime ai dotti acciocchè per ignoranza non si mettano da sè stessi in servitù. Ma poichè, mutata opinione, ti parve migliore questa vita, ed hai dato un lungo addio alla libertà, seguendo il vilissimo consiglio di quel verso,
      Se n’hai guadagno, servi ancora il diavolo,(102)
      bada di non leggere più quello scritto a nessuno, di non darlo più in mano a nessuno di quei che veggono la tua vita presente; ma fa’ voto a Mercurio sotterraneo, acciocchè getti una buona spruzzata di Lete sopra di quelli che l’hanno udito: se no, parrà che ti sia avvenuto come a Bellerofonte nella favola dei Corintii, che hai scritto un libro contro te stesso. Io, per Giove, non ci vedo una difesa che paia ragionevole: massime se chi t’accusa vuoi darti la baia, e lodare lo scritto come liberissimo, mentre lo scrittore è servo, e volontariamente ha messo il collo sotto il giogo.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Primo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1861 pagine 494

   





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